Sessantunesima edizione per il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani: riconoscimenti per ZYGMUNT GUIDO BARAŃSKI e PASQUALE STEDUTO

Sessantunesima edizione per il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani: riconoscimenti per ZYGMUNT GUIDO BARAŃSKI e PASQUALE STEDUTO

Cerimonia di premiazione il 1 ottobre 2022 alle 16 nell’Aula Magna Nuova dell’Università di Pisa
Il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, fondato nel 1962 dall’illustre linguista Tristano Bolelli, giunge quest’anno al prestigioso traguardo della sessantesima edizione. Il Premio si articola in due sezioni, umanistica e scientifica, comprendente ciascuna dieci discipline: ognuna viene presa in considerazione ogni anno a rotazione. La giuria umanistica è formata da studiosi italiani che individuano lo studioso straniero, mentre quella scientifica è formata da scienziati stranieri che individuano lo scienziato italiano.
La disciplina presa in esame quest’anno per il il settore umanistico è la STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA nell’ambito della quale la giuria nominata dal Rettore dell’Università di Pisa in base ad una serie di proposte del Consiglio direttivo della Fondazione, è composta dai Professori Gianvito GIANNELLI (Presidente della Fondazione), Beatrice ALFONZETTI, Claudia BERRA, Alberto CASADEI, Gino RUOZZI e Saverio SANI (Segretario del Premio, ha designato all’unanimità l’insigne storico della letteratura italiana Zygmunt Guido BARAŃSKI.

Zygmunt Guido BARAŃSKI, di madre italiana e di padre polacco, formatosi in Gran Bretagna dove è nato nel 1951, il prof. Barański è diventato docente di Italian Studies all’Università di Reading nel 1992. Tra il 2002 e il 2011 è stato “Serena Professor of Italian” all’Università di Cambridge e visiting in numerosi atenei italiani e stranieri, fra i quali quelli di Berkeley, Melbourne, Yale, nonché la Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 2011 ha tenuto la cattedra di Dante and Italian Studies presso l’Università di Notre Dame (USA), dove è diventato R.L. Canala Professor of Romance Languages & Literatures, Emeritus, a partire dal 2021.
Nella sua operosissima carriera, il prof. Barański ha pubblicato o curato circa duecento lavori, tra libri e articoli scientifici, edizioni, recensioni. Pur essendo la letteratura medievale a costituire il suo principale campo di ricerca, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso si è occupato a più riprese della narrativa italiana contemporanea, curando, con Lino Pertile, un importante volume su The New Italian Novel (1993) e un altro su Pasolini Old and New. Surveys and Studies (1999), e pubblicando articoli su Eugenio Montale, Luigi Meneghello, Sebastiano Vassalli, nonché in generale sulla cultura italiana del secondo dopoguerra, e in particolare sui rapporti letterari fra Italia e Polonia.
Ma già in quegli stessi anni, il prof. Barański ha cominciato a pubblicare innovativi contributi su Dante e il suo contesto culturale, in particolare riguardo alle teorie e alle pratiche letterarie di XIII e XIV secolo. Oltre a numerose rassegne e a panorami della critica anglosassone dedicata a Dante, escono in questo periodo importanti contributi su vari canti dell’Inferno, sulla linguistica dantesca, sul problema del comico (e sulla discussa Epistola a Cangrande), nonché su un’opera fra le più controverse del canone dantesco, il Fiore, sulla quale cura, assieme a Lino Pertile e Patrick Boyde, una Lettura miscellanea (1993) e, con il solo Boyde, il ricco e innovativo volume The “Fiore” in Context: Dante, France, Tuscany (1997).
La vivace e stimolante attività critica del prof. Barański trova le sue prime sintesi in tre suoi libri scientifici, “Luce nuova, sole nuovo”. Saggi sul rinnovamento culturale in Dante (1996, nuova ed. 2021); Dante e i segni. Saggi per una storia intellettuale di Dante (2000); “Chiosar con altro testo”. Leggere Dante nel Trecento (2001). Fra gli altri meriti di questi lavori, e di numerosi articoli a essi collegati, c’è quello di aver fatto leggere in modo nuovo l’esegesi dantesca antica, in particolare quella dei commentatori trecenteschi, di cui è poi diventato indispensabile riconoscere il profilo culturale e le caratteristiche ermeneutiche. Nel contempo, sono proseguite le ricerche sulle cosiddette opere minori di Dante, in particolare il De vulgari eloquentia, il Convivio e la Questio de aqua et terra, nonché in generale sul settore della poesia filosofica, in un proficuo dialogo con i testi di Guido Cavalcanti.
Agli studi scientifici Barański ha sempre affiancato ottime sintesi, curando pure l’aspetto dell’alta divulgazione e della didattica, per esempio attraverso le voci di Enciclopedie e Companions usciti per i tipi di prestigiose case editrici inglesi e statunitensi. Fra le numerose, si possono ricordare alcune delle pubblicazioni più recenti, come Dante in Context (curatela, assieme a Lino Pertile, 2015) e The Cambridge Companion in Dante’s “Commedia” (curatela, assieme a Simon Gilson, 2019). Deriva poi da una lunga collaborazione con l’Università di Basilea il maestoso volume in tre tomi dal titolo Voci sull’“Inferno” di Dante (curatela, assieme a Maria Antonietta Terzoli, 2021) con accurate analisi dedicate all’intera prima cantica da vari specialisti.
Una stimolante sintesi di tanti percorsi critici, dedicati non solo a Dante ma anche a Petrarca e Boccaccio, si coglie nel volume miscellaneo, ricchissimo di prospettive originali, Dante, Petrarch, Boccaccio. Literature, Doctrine, Reality (2020), che consente di cogliere appieno la varietà e vastità degli aspetti culturali toccati da Barański soprattutto nei contributi usciti nel corso dell’ultimo ventennio, grazie ai quali si colloca fra i maggiori studiosi attuali della produzione letteraria a Firenze tra Due e Trecento. In particolare, notevoli risultano i lavori che hanno problematizzato la nozione di ‘formazione intellettuale’ di Dante e hanno proposto nuovi metodi per interpretare persino nozioni studiatissime, per esempio riguardo alle conoscenze filosofiche e teologiche del poeta fiorentino. Sempre interessanti poi le nuove lecturae di canti della Divina commedia, come i primi e i noni delle tre cantiche, esaminati in parallelo, nonché gli affondi su singoli problemi critici in relazione a varie canzoni liriche o alla Vita nova.
Il prof. Barański è stato ed è membro di numerosi comitati scientifici di riviste o di collane scientifiche dedicate all’Italianistica in tutto il mondo, nonché direttore di importanti periodici quali “The Italianist” e “Le tre corone”. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in Italia, come il ‘fiorino d’oro’ della città di Firenze per la sue benemerenze nel settore della dantistica, e all’Estero (British Academy, Università di Oxford ecc.).

Per il settore scientifico tocca quest’anno alle Scienze AGRARIE, per le quali la giuria, nominata dal Rettore dell’Università di Pisa in base ad una serie di proposte del Consiglio direttivo della Fondazione, è composta dai Professori Gianvito GIANNELLI (Presidente della Fondazione), Marc BENOIT, Elias Fereres CASTEL, Jean-François HOCQUETTE, Dirk INZE e Saverio SANI (Segretario del Premio), ha designato all’unanimità l’insigne agronomo Pasquale STEDUTO.

Il Dott. Pasquale Steduto è un’autorità per la gestione delle risorse idriche agricole di altissima fama internazionale.
Ha fornito eccellenti contributi scientifici nei settori dell’ecofisiologia delle colture, del fabbisogno idrico, della modellazione di simulazione e della produttività dell’acqua, temi critici per il nostro comune futuro. In qualità di capo del Servizio idrico della FAO, ha guidato lo sviluppo di AquaCrop, un modello di risposta alla resa delle colture all’acqua ora ampiamente utilizzato in tutto il mondo sia dai ricercatori che dai gestori dell’acqua. Tra le sue attività internazionali, ha promosso la Water Scarcity Initiative per il Vicino Oriente e il Nord Africa. Le sue oltre 100 pubblicazioni hanno attirato l’interesse dei colleghi al punto che per l’anno 2020, il Dr. Steduto è stato classificato nell’1% dei ricercatori più citati al mondo nel “Web of Science”.