Nato a Copenaghen nel 1892, insigne organista oltre che storico della musica, Jeppesen si è occupato della rivalutazione del Rinascimento musicale italiano, ininterrottamente dal 1923, anno in cui pubblicò la sua tesi di laurea sullo stile di Palestrina, fino ad oggi. I momenti più notevoli di tale lavoro sono rappresentati dallo studio sulla Lauda polifonica italiana nel 1500 (in collaborazione con Viggo Brøndal), del 1935; dalla monografia sulla musica italiana per organo agli inizi del ’500, del 1943; e soprattutto dall’edizione delle Messe mantovane del Palestrina, pubblicate nel 1954. Si deve alla sua eccezionale conoscenza dello stile palestriniano e a una accuratissima indagine delle fonti e dei repertori se queste Messe, che giacevano da decenni dimenticate in una importante biblioteca, hanno potuto essere individuate come appartenenti al Palestrina, arricchendo, così, in maniera sostanziale, l’insieme delle opere, che si ritenevano da tempo complete, del maggior compositore di musica sacra del nostro Rinascimento. L’attività dello Jeppesen riguarda quasi ogni aspetto del Rinascimento musicale italiano. Se essa parte da basi rigorosamente filologiche, corredata com’è da ricerche storico-archivstiche vaste e minuziose, il fulcro centrale di ogni lavoro dello Jeppesen è costituito da un’interpretazione organica del fenomeno singolo entro la più vasta prospettiva del Rinascimento nel suo insieme. Ad una conoscenza eccezionale e probabilmente unica dello stile dei maggiori compositori italiani del Cinquecento, si accompagna nello Jeppesen un atteggiamento di profonda riconoscenza e di affettuosa ammirazione verso i tesori della musica italiana, tanto che la sua ricerca storica appare in lui l’assolvimento di un debito di gratitudine verso la civiltà musicale italiana assai più che una ricerca impersonalmente erudita.